A.G.a.S. All Gender are Sportive – Seconda edizione

Nel mondo sportivo, persiste una difficoltà diffusa tra allenatrici, educatrici e atlete nel riconoscere e combattere sia le discriminazioni di genere e gli abusi, sia l’esistenza stessa di identità non binarie: questa mancanza di consapevolezza rappresenta la forma più basilare di violenza. Per affrontare questa realtà caratterizzata da stereotipi radicati, è nato A.G.a.S. – All Gender are Sportive, un’iniziativa creata da Beatrice Dusio e Gaia Vivaldi sotto il coordinamento di Period Think Tank. Il progetto si dedica alla diffusione di pratiche virtuose, ponendo particolare attenzione alle comunità sportive delle zone interne e montane, dove tali criticità risultano amplificate e le risorse disponibili sono più scarse.

Dopo il riscontro positivo della prima fase, che ha interessato istituti scolastici, società sportive e realtà territoriali, questa seconda tappa si focalizza principalmente sulle aree montane e interne, caratterizzate da disparità di genere più marcate nello sport e da minori possibilità di formazione e educazione.

I dati raccolti nell’ambito del progetto europeo Outsport evidenziano la diffusione di atteggiamenti omofobi e transfobici nel settore sportivo: l’82% delle persone LGBTQIA+ subisce insulti omotransfobici negli ambienti sportivi. In Emilia-Romagna, le donne costituiscono appena il 36,6% dei tesserati.

L’Eurobarometro dedicato allo sport e all’attività fisica mostra che in Europa le allenatrici rappresentano solo il 13% del totale, evidenziando una forte sottorappresentazione femminile. L’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere ha inoltre documentato che mediamente solo il 14% dei ruoli dirigenziali nelle Federazioni sportive degli Stati membri è ricoperto da donne, le quali percepiscono compensi notevolmente inferiori, con una differenza retributiva media del 14%.

Episodi recenti di cronaca hanno messo in luce l’importanza cruciale di questi temi: significativo è il caso della pugile algerina Imane Khelif, la cui partecipazione nella categoria femminile olimpica ha scatenato polemiche e diffuso molta disinformazione riguardo alle persone intersessuali. Questi eventi hanno evidenziato la necessità urgente di interventi concreti per superare una concezione binaria dello sport, rigidamente suddiviso in categorie maschili e femminili, che ignora l’esistenza di identità non-binarie.

A livello europeo esiste uno strumento pensato per promuovere una cultura inclusiva, priva di discriminazioni e pregiudizi, in grado di valorizzare i talenti in tutta la loro varietà: la Diversity Charter, disponibile anche in versione italiana come Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul Lavoro, elaborata dalla Fondazione Sodalitas. Dall’esame iniziale delle adesioni alla Diversity Charter emerge un dato rilevante: soltanto il 17% delle associazioni italiane ha firmato la Carta, rispetto al 62% delle aziende e al 21% degli enti pubblici.

Partner

Obiettivi

Il progetto coinvolge istituti scolastici, associazioni sportive dilettantistiche e amministrazioni locali di comuni come Monterenzio, Monghidoro, Pianoro, Castiglione dei Pepoli, Rastignano, e si estende anche al territorio di Rimini. Sono previste attività di formazione per istruttori e istruttrici sportivi/e, laboratori teatrali per studenti e studentesse, eventi diffusi come la Settimana dello Sport nei comuni montani e un nuovo grande Evento Internazionale di Urban Sport a Bologna.

Gli obiettivi principali sono:

  • prevenire e contrastare gli stereotipi di genere nello sport;
  • promuovere il rispetto delle diversità culturali e di genere;
  • offrire pari opportunità di accesso ad attività sportive anche nelle aree meno servite;
  • formare figure educative e sportive capaci di creare contesti inclusivi.

Attività

il progetto A.G.a.S. si è focalizzato sulle società sportive, in particolare le associazioni di promozione sportiva, per comprendere le ragioni di questa disparità. E’ stato diffuso un questionario dedicato, a cui hanno risposto più di 100 persone che operano nel settore: il risultato è che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, esiste una notevole sensibilità verso i temi della diversità e dell’equità all’interno di queste realtà. Tuttavia, i dati suggeriscono che la mancata adesione è spesso legata a una scarsa conoscenza della Diversity Charter.

Per rispondere a questa sfida,  il progetto A.G.a.S. si è articolato in diverse azioni svolte nel corso di due anni (2023 e 2024), mirate ad aumentare la consapevolezza e le competenze tramite iniziative di formazione ed eventi specifici. Sono state costruite reti di collaborazione con enti di promozione sportiva, che hanno intrapreso percorsi di formazione innovativi, orientati all’adozione di carriere alias per garantire maggiore equità e rispetto delle identità. Allo stesso tempo, il progetto teatrale “Around Robin” ha coinvolto gli studenti e le studentesse delle classi superiori in una riflessione sulla condivisione non consensuale di materiale intimo.

Nel corso del progetto è stata realizzata un’intensa attività di sensibilizzazione sul territorio: sette associazioni sportive dilettantistiche locali (Xplore, MOvat, SAnkofa, Formigine, Baboon, Shine, Zinella) sono state coinvolte in formazioni ad hoc sui temi degli stereotipi e del binarismo di genere, dove erano presenti anche insegnanti della scuola superiore e una dirigente scolastica. I territori coinvolti sono stati quelli della provincia di Bologna (San Lazzaro, Monghidoro, Castenaso), e poi anche Faenza, Rimini, Parma, Roma, Padova e Vicenza.

Inoltre, sono stati organizzati due eventi sportivi aperti alla cittadinanza, durante i quali 15 istruttori e istruttrici sportive hanno dialogato con testimonial internazionali di rilievo, come Puma Camillè e Alessandra Chiricosta, condividendo le loro esperienze per promuovere una cultura dell’inclusione. 

A ciò si sono aggiunti quattro talk pubblici incentrati sul tema dello sport e degli stereotipi di genere, pensati per stimolare una riflessione collettiva e favorire un cambiamento culturale duraturo. In tutto, sono state raggiunte circa 200 persone. 

In conclusione delle attività, 12 associazioni sportive dilettantistiche hanno deciso di aderire alla Carta etica dello sport della Regione Emilia-Romagna. Per raccontare queste traiettorie è stato realizzato il documentario “A.G.a.S All Gender are sportive”, a cura di Rita Bertoncini di Creative Mornings Bologna, per proseguire l’attività di sensibilizzazione anche oltre il termine ufficiale del progetto.

Il progetto teatrale “Around Robin”

“Around Robin” è una performance teatrale interattiva e partecipativa, alla quale hanno partecipato 30 studenti e studentesse dell’Istituto di Castiglione dei Pepoli Caduti della Direttissima. Ciascuno di loro è entrato dentro la storia e ha parlato direttamente con i personaggi che ne fanno parte, tutti legati da un evento che li ha coinvolti in passato: un caso di revenge porn (termine inappropriato, ma comune, con cui si identifica la condivisione non consensuale di materiale intimo), che ha portato al suicidio della vittima, Robin. 

Lo spettacolo mette in luce come, quando si creano dinamiche di questo tipo in giovane età, la colpa non è di una singola persona, ma della mancanza di educazione e strumenti che ci impediscono di affrontare gli eventi nel modo corretto. Alla fine della performance, allestita negli spazi di Eden Park a Dumbo, i ragazzi e le ragazze sono stati guidati in una riflessione sui temi discussi.

La mappatura e il monitoraggio 

Il progetto A.G.a.S. prevede anche una raccolta dati attraverso un’attività di monitoraggio, utilizzando un approccio del femminismo dei dati e della valutazione di impatto di genere. Il progetto è partito da una mappatura delle associazioni sul territorio: in Emilia-Romagna, ci sono circa 7mila società sportive affiliate a vari enti di promozione sportiva e federazioni. Di queste, secondo la banca dati del Coni, più di 1.200 hanno sede nella provincia di Bologna, e 420 nel comune. 

Le società coprono una vasta gamma di discipline sportive, riflettendo la diversità delle attività fisiche e sportive praticate. Buona parte delle associazioni sono impegnate nel contrasto alle disuguaglianze e alla violenza di genere, ma i comitati Aics e Uisp si caratterizzano per una proposta di ulteriore attenzione alle sportive non-binarie o transgender, ovvero la possibilità di tesseramenti “alias” e proposte formative specifiche e approfondite per dirigenti, tecnici, allenatrici ed educatrici. 

E’ stato diffuso un questionario dedicato, a cui hanno risposto più di 100 persone che operano nel settore, e poi sono state realizzate interviste più approfondite con alcuni stakeholders. Dalle informazioni raccolte, emerge chiaramente la necessità di ampliare l’offerta formativa e informativa sui temi della parità di genere, dell’inclusione, e del contrasto agli stereotipi nello sport. La partecipazione a tali iniziative non solo soddisfa un bisogno percepito di crescita personale, ma promuove anche un approccio inclusivo nello sport e nelle attività culturali.

Video doc “A.G.a.S All Gender are sportive”, a cura di Rita Bertoncini di Creative Mornings Bologna

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